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LE TRE CARATTERISTICHE DI UN FEEDBACK EFFICACE

Ci sono temi e situazioni un po’ spinosi, difficili da affrontare.

Quante volte vi è capitato, ad esempio, di avere a che fare con persone poco curate dal punto di vista dell’igiene personale? A me in più di qualche occasione.

Come è possibile che ci siano persone, anche in posizioni di rilievo, che non danno la giusta importanza a questi aspetti, che hanno peraltro un forte impatto sull’immagine di sé e sull’immagine dell’azienda che si rappresenta?

E che cosa si fa in questi casi? Si sopporta? Ci si lamenta con qualcuno? Si sta zitti e si subisce?

Sopportare e subire sono strategie per martiri e autolesionisti. Se non appartenete a una di queste due categorie, non è una soluzione che fa per voi.

Lamentarsi non funziona perché si somma problema a problema: non solo abbiamo un collega poco profumato, ma ne abbiamo pure altri che brontolano tutto il giorno. Assolutamente disfunzionale.

Come fare allora?

Si deve apprendere un’abilità per la vita che è quella di muovere critiche costruttive a chi ci sta intorno (prima però è consigliabile aver appreso anche a riceverle).

Infatti, per quanto fastidiosa possa apparire inizialmente (anche per chi la muove), una critica benevola e costruttiva è un regalo che si fa alla persona che la riceve, perché può costituire un’opportunità di cambiamento, di miglioramento.

Ci sono tre piccole avvertenze da rispettare:

  1. parlare direttamente alla persona interessata, in privato (no ai processi pubblici)
  2. chiedere il permesso (“C’è una cosa importante di cui vorrei parlarti, ti va di ascoltare?”)
  3. fare riferimento a un fatto preciso, contestualizzato, evitando di generalizzare.

E ne aggiungo un’altra: non abbiate paura di fendere (andare al nocciolo della questione), avendo però cura di non offendere.

Funziona? Provare per credere.

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